PINA BALLARIO
“Nulla aveva senso, lì dentro. E se nulla aveva senso, allora era inutile cercare risposte. Questo ormai per lei era chiaro come il sole.”
(Il violino di Auschwitz, Interlinea)
Pina Ballario nacque a Novara nel 1899, e trascorse l’infanzia e la prima giovinezza viaggiando qua e là per il mondo al seguito del padre, compositore e direttore d’orchestra. Ciò non le impedì di laurearsi in Lettere all’università di Torino e di iniziare contemporaneamente la propria carriera letteraria scrivendo a soli vent’anni, «per svelenirsi dall’uggia» degli studi universitari e per assecondare il proprio temperamento creativo ed inquieto, un romanzo: Se trovassi l’ignoto.
Pubblicò il primo libro, Fiabe e leggende delle Dolomiti, nel 1924, iniziando così un cammino di notevole fecondità nel campo della divulgazione letteraria, e particolarmente di quella rivolta ai giovani ed ai bambini, se pure non mancarono nella sua produzione opere destinate a un pubblico adulto.
Patria e libertà, tolleranza ed eroismo, amore della giustizia e introspezione psicologica ‑ concetti tuttavia considerati in astratto, con atteggiamento spesso acritico e non privo di contraddizioni, soprattutto riguardo ai concreti contesti storici nei quali le vicende romanzesche vengono ambientate ‑ sono le costanti di una produzione narrativa molto feconda e dallo stile spesso arguto, anche se in genere finalizzato a intenti didascalici.
Oltre che scrittrice la Ballario fu anche per lunghi anni insegnante di lettere nelle scuole medie superiori della sua città, a conferma della vocazione didattica che ne contraddistinse l’opera. Fu giornalista, tra l’altro, di “La Gazzetta del popolo”, “Grazia”, “Il Corriere dei piccoli”; traduttrice dall’inglese e dal francese, nonché animatrice culturale: in questa veste divenne presidente del Soroptimist Club di Novara; fondò l’”Antologia parlata dei Moderni”, attività di studio e di divulgazione sul tema della promozione della lettura tra i giovani culminata nel Convegno di Stresa del 1961; fu membro del Direttorio Nazionale Autori e Scrittori per il Piemonte e curò diversi sceneggiati per l’infanzia per conto della RAI. Nel 1965 le venne assegnato il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio. Morì a Milano nel 1971.
Bibliografia delle opere
Le leggende delle Dolomiti, Firenze, Giunti Bemporad Marzocco, 1924, Tutto paò l’amore di una mamma, 1925; Mirilli non ha cuore, Milano, La Prora, 1926; Spettacolo al castello, 1927; Aglauro detto il Moro, 1927; La mitologia deifanciulli, 1928; Nassuloi, aquilotto del Tigrai, 1935; Ragazzi d’Italia nel mondo, 1935; Le case del diavolo, Milano, Mondadori, 1935; Il sole non cessa di splendere, ivi, 1938; I dtsperati della Guarda, 1939 (Premio Bologna Letteratura Infantile); La zucca dai semi d’oro, Bologna, Cappelli, 1940; Balletto giamaico, Milano, Mondadori, 1940; Quartiere Corridoni. Libro di lettura per la II classe elementare delle scuole dei centri urbani, Roma, La Libreria dello Stato, 1941; Tutto da nfare, 1943; Servizio segreto, Torino, Paravia, 1943; Nennolina e i milioni, 1945; Redicuori, Milano, Mondadori, 1945; Il sole torna alla fattora, Torino, SEI, 1948, poi ristampato con il titolo Il sole ritorna, Milano, Mursia, 1968; L’omino di zucchero al pistacchio, Novara, De Agostini, 1948; Storia di due !oamIDini huoni, 1948; L’Orco bruno, 1950; La bambina del Circo Aurora, 1952; Cris e la sua stella, 1955; Maria Adelaide, Torino, SEI, 1956; La vita è meraviglzosa, Bologna, Malipiero, 1946; Russia, oggi come ieri, Torino, SEI, 1958; Novara, terra senza pace, ivi, 1959, (Premio Turismo nel 1961); L’omino che rideva sempre, 1960; Fiabe d’ogni paese, 1961, L’erba cresce d’estate. Storta della Repubblica dell’Ossola, Firenze, Giunti Marzocco, 1962 (1° Premio Piemonte 1965); La settimana dei miracoli, Torino, SEI, 1962; La giornata di Gianangelo, 1963; Bibliana e la sua strana famiglia, Milano, Bietti, 1964; Una ragazza salverà la Francia, Milano, Mursia, 1965 (ristampato ancora nel 1981 con il titolo Giovanna D’Arco, la ragazza che salvò la Francia); La matta giornata dei piccoli sei, Milano, Bietti, 1966; La casa sulla collina, Torino, Paravia, 1966; Un ladro in Paradiso, Maggiora, Del Forno, 1984.
Bibliografia della critica
La Ballario viene presa in considerazione sopráttutto dai critici che si occupano di letteratura per l’infanzia e la giovinezza. Citata da A. Lugli in Storia della letteratura per l’infanzta, Firenze, Sansoni, 1961, viene analizzata da A. Faeti in Letteratura per l’infanzia, Firenze, La Nuova Italia, 1977, p. 82, e da P. Boero e C. De Luca in La letteratura per l’infanzia, Bari, Laterza, 1995, p. 199 e sgg. Si può ricordare anche un articolo di A. Broccati Stradella apparso in «Specchio del libro per ragazzi», luglio-settembre 1967.
(a cura di Eleonora Bellini)