La casa editrice Edizioni di Storia e Letteratura dedica quest’anno la nuova edizione dello scritto originale Costazzurra, prima opera del noto critico cinematografico e autore Mario Gromo, con postfazione di Roberto Cicala dal Centro Novarese di Studi Letterari, tra gli enti patrocinatori del libro.

Pubblicato per la prima volta nel 1926 sulla rivista torinese “Il Baretti” di Piero Gobetti, a cui il romanzo è dedicato, Costazzurra viene ora ristampato nella collana Comitato Edizioni Gobettiane a cura della casa editrice Edizioni di Storia e Letteratura, in memoria il grande inviato della Stampa e anche critico cinematografico Mario Gromo, un’eccellenza nella letteratura novarese e piemontese. I suoi testi, tra cui Costazzurra, sono conservati nella Biblioteca del Centro Novarese di Studi Letterari. I due taccuini, corredati di apparato critico con note di Roberto Cicala e Alessia Pedio, vengono fedelmente riportati come nell’edizione originale, con la grafica della prima copertina e la dedica all’amico ed editore Piero Gobetti. Pagine autobiografiche di ricerca personale e passioni, la vocazione per la letteratura e il legame con il cinema, ambientate nella riviera francese: «I primi due atti di un mio dramma, sette camice e una bottiglina di stilografico inchiostro»

Critico teatrale sul «Baretti», fondatore, con Sergio Solmi e Giacomo Debenedetti, della rivista «Primo Tempo», Mario Gromo (1901-1960) si dedicò poi all’editoria e soprattutto al giornalismo e alla critica cinematografica. “Costazzurra”, in cui Prezzolini vide una promessa della letteratura italiana, è fuga, inseguimento di velleità artistiche per scrittura e cinema, amore per Liana, attrice bellissima ma già sfiorita in una società decadente. Trama appena accennata, stile preciso e ironico, fotografia tra luce e ombra che trapassa dal secolo vecchio a quello nuovo, il «taccuino d’esordio» di Gromo traccia l’autobiografia delle giovani generazioni in ogni tempo: «ho ventitré anni, non ballo, né so giocare a poker: non so a che potrò mai riuscire nella mia vita».

Mario Gromo, nato a Novara nel 1901, dopo gli studi universitari in legge a Torino, approda al mondo della letteratura, fondò nel 1922, insieme a Giacomo Debenedetti e Sergio Solmi, la rivista Primo Tempo. Negli anni successivi avviò una collaborazione ad una delle riviste di Pietro Gobetti, Il Baretti, e pubblicò il suo primo libro, il romanzo breve Costazzurra (Torino 1926), espressione di una generazione. Nel 1927 diede inizio alla Casa Editrice Fratelli Ribet, che nella collana “Scrittori contemporanei” pubblicò i testi più significativi della letteratura italiana di quel periodo, ospitando autori del Novecento come Corrado Alvaro, Ugo Betti, Guido Piovene, Giani Stuparich. Collaborò a riviste letterarie come Solaria e La Gazzetta del popolo; scrisse: CostazzurraGuida Sentimentale che ebbe nel ’29 il premio Fiera Letteraria, e altri libri di racconti di viaggio, tra i quali Taccuino Giapponese, I bugiardi (1931), romanzi di ascendenza crepuscolare, e i racconti di Quattro stagioni (1953). inoltre uno dei massimi rappresentanti della critica cinematografica, della quale curò una rubrica sul quotidiano di Torino La Stampa. Fu presidente per 5 volte della giuria del Festival di Venezia.

 

Mario Gromo, Costazzurracon postfazione di Roberto Cicala, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2020, p.128, 18 euro, ISBN978-88-9359-444-8

 

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